Alla base della grande manifestazione di venerdì 18 dicembre che ha visto un interminabile corteo di camion, trattori e auto che da Cammarata ha raggiunto Castrovillari, per poi recarsi alla discarica di Contrada Campolescio, c’è un grande allarme sociale e la paura di perdere centinaia di posti di lavoro. A Castrovillari, infatti, sta accadendo un fatto grave. La vecchissima discarica comunale che, da anni, produce e perde pericolosissimo percolato, ha avuto finalmente dalla Regione autorizzazione e fondi -1 milione di euro di soldi pubblici- per la bonifica e la chiusura definitiva. Insomma un incubo che avrebbe dovuto concludersi dopo anni di lotte e di proteste popolari.
Solo che l’amministrazione comunale invece di chiuderla vorrebbe riaprirla, non soltanto contro ogni norma di buonsenso e opportunità, ma, a nostro parere, usando in maniera inappropriata il milione di euro di soldi pubblici stanziati dalla Regione. Realizzando, cioè, opere esplicitamente proibite nell’autorizzazione regionale. E, paradossalmente, per far questo, i cittadini, già oberati da tasse altissime, dovrebbero accollarsi un altro milione e 150mila euro di tasse sui rifiuti.
Ed è per questo che i primi a ribellarsi sono stati gli agricoltori della Piana di Cammarata, che nella discarica hanno sempre visto, giustamente, non solo un rischio per la salute (ci sono per esempio falde idriche a rischio di contaminazione) ma anche per l’occupazione. Cammarata è nel cuore del distretto agroalimentare di qualità di Sibari, vive della qualità e dell’immagine dei suoi prodotti, che danno lavoro a migliaia di persone. Posti di lavoro che non si possono e non si devono mettere a rischio. E, con il mondo agricolo, come sempre, le Associazioni ambientaliste locali e nazionali e tanti, tantissimi comuni cittadini.
Cosa ci aspettiamo ? Quello che sta scritto nell’autorizzazione regionale. Cioè la bonifica e la tombatura definitiva della discarica con il rispetto delle prescrizioni del Nucleo AIA/VIA regionale, integralmente riprese nell’autorizzazione. E, a questo punto, ovviamente, lo smantellamento di quanto eventualmente illecitamente realizzato e la verifica di ogni tipo di responsabilità.
Di certo questo non è che l’inizio, il Comitato ha già in cantiere altre, anche clamorose iniziative. Non è possibile stare con le mani in mano a subire l’ennesimo tentativo di aggressione al territorio, alle migliaia di posti di lavoro, alla salute, il tutto “condito” con sperpero di denaro pubblico e ulteriore aggravio di tasse per i cittadini.
E di certo la “latitanza” del Sindaco e di qualsivoglia rappresentante dell’Amministrazione nel Palazzo di Città, per l’incontro richiesto da una delegazione dei manifestanti, non rasserena un clima sociale estremamente teso.
COMITATO “CAMMARATA CONTRO LA RIAPERTURA DI CAMPOLESCIO”