L’Operazione “Stige” condotta dalla Procura Antimafia di Catanzaro sta mettendo in luce una situazione di infiltrazione criminale nel campo dei tagli boschivi destinati alle centrali a biomasse che forse era difficile immaginare. Anche se gli appetiti criminali erano stati oggetto delle fortissime denunce del Responsabile della Protezione Civile calabrese –Carlo Tansi- che proprio a interessi ‘ndranghetisti ascriveva buona parte della responsabilità degli interminabili e disastrosi incendi boschivi che hanno flagellato la Calabria la scorsa estate, come mai prima. Così come l’ex generale dei Carabinieri, nominato Commissario di Calabria Verde –Aloisio Mariggiò- aveva addebitato alla “mafia dei boschi” grandi responsabilità per i tagli boschivi illegali, pur essi in rapporto con le distruttive necessità delle centrali a biomasse calabresi, in primo luogo quella del Mercure -di proprietà ENEL- nel Parco Nazionale del Pollino.
Difficile da immaginare era però la gravità, la penetrazione e la diffusione addirittura a livello internazionale del fenomeno criminale che ha portato all’arresto, sin qui, di 169 persone.
E tra gli arrestati, come è ormai ben noto, anche grandi fornitori di ENEL per la centrale del Mercure. ENEL che in un imbarazzatissimo quanto grottesco comunicato si è affrettata a minimizzare e ad assicurare l’immediata cessazione dei contratti con questi fornitori. Quasi che questi gravissimi accadimenti fossero intervenuti come un fulmine a ciel sereno. Bene, COSI’ NON E’!
L’evidente rischio di infiltrazioni criminali nel business delle biomasse era evidente da anni, da prima del 2010 (OLTRE 7 ANNI!) ed è stato puntualmente e ripetutamente rappresentato ad ENEL, anche negli anni in cui “sostenitori” del progetto della centrale del Mercure provvedevano a minacciare o –peggio- ad aggredire oppositori del predatorio progetto-Mercure.
Gli stessi massimi vertici dell’Azienda elettrica, a cominciare dall’Amministratore Delegato (AD) –Francesco Starace- e dalla Presidente – Patrizia Grieco- hanno avuto informazioni dirette, per ben due anni consecutivi, nel 2016 e 2017- durante l’annuale Assemblea degli Azionisti ENEL e, una volta di più, addirittura per iscritto, con una nota cui ha fatto seguito una risposta ufficiale dell’ENEL, densa di rassicurazioni e garanzie che I FATTI di questi giorni hanno clamorosamente smentito.
Il Codice Etico e la Tolleranza Zero contro la Corruzione di ENEL sono semplici slogan, parole vuote e senza alcun significato!, smentite oggi e ieri da FATTI reali e concreti. E aspettiamo ulteriori sviluppi che crediamo non mancheranno di certo.
Ma c’è una cosa che vogliamo, in particolare, porre all’attenzione della dirigenza ENEL e del suo AD.
L’ing. Starace –sempre durante l’assise massima dell’azienda, l’Assemblea degli Azionisti- ha pubblicamente garantito che ove la centrale del Mercure, al centro di ormai quindicennali lotte popolari, avesse creato ulteriori problemi, ENEL non avrebbe esitato a chiuderla. Ebbene, quel giorno è arrivato; la cancrena criminale, che sta accompagnando la centrale del Mercure dal primo giorno del suo funzionamento e che covava già da anni, impone la cessazione di una attività che ha da sempre coniugato guadagni tanto lucrosi quanto riprovevoli per ENEL, con gravissimi danni all’ambiente e rischi per la salute delle popolazioni residenti. Attività che ora sappiamo con certezza aver foraggiato fin dall’inizio la criminalità organizzata.
13 gennaio 2018
Forum “Stefano Gioia” delle Associazioni e Comitati calabresi e lucani per la Tutela della Legalità e del Territorio