COMUNICATO STAMPA “A CAMMARATA ANCHE I BENI PAESAGGISTICI E ARCHEOLOGICI A RISCHIO”

L’attacco al nostro territorio, rappresentato dal nefasto progetto che vorrebbe portare a Cammarata, nel cuore del Distretto Agro-alimentare di Qualità di Sibari (DAQ), dalle regioni centro-meridionali d’Italia, il contenuto di fosse settiche, fanghi di depurazione, scarti della macellazione e mille altre porcherie, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, ha subito un altro duro colpo. A seguito della denuncia di numerose Associazioni locali e di cittadini decisi a difendere i propri diritti e i propri legittimi interessi, è intervenuta anche la Direzione Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Tutta l’area in cui si vorrebbe collocare il maleodorante e rischioso megaimpianto dei rifiuti, oltre che un ambito agricolo protetto, prezioso e delicato è, infatti, anche caratterizzata da numerose emergenze archeologiche, di altissimo pregio culturale, sottoposte anche a vincoli ministeriali. Emergenze che certo non possono coesistere –per loro natura e per vincoli di legge- con l’ambiguo e poco trasparente insediamento industriale proposto dalla ditta Ecologia Sud Servizi, su cui il Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, diretto dall’Arch. Orsola Reillo, deve dare o negare l’autorizzazione. Dopo le Osservazioni tecniche oppositive, presentate da Associazioni di categoria degli Agricoltori, Sindacati, Associazioni e Comitati ambientalisti e civici, Imprenditori singoli e consorziati e dalla Dirigenza dello stesso DAQ di Sibari; dopo le denunce di irregolarità amministrative (che già da sole avrebbero dovuto portare all’archiviazione definitiva della richiesta di autorizzazione, come previsto dalla normativa) -oggetto anche di interrogazioni parlamentari da parte degli onorevoli Pino D’Ippolito e Paolo Parentela; dopo gli interventi a tutela del territorio dei senatori Nicola Morra, Silvana Abate e Margherita Corrado, ecco ora l’ennesimo grave rischio a carico del patrimonio culturale e paesaggistico della nostra Comunità. E tutto questo, mentre sempre più acuta e ingovernabile si fa la crisi dello smaltimento dei rifiuti in Calabria, come riconosciuto dagli stessi Vertici politici e tecnici regionali. Come è possibile, in questo contesto, anche solo continuare a discutere se importare in Calabria centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti da altre regioni, in uno stabilimento che ne produrrebbe a sua volta migliaia e migliaia di tonnellate l’anno? È davvero un preoccupante mistero! Da un lato l’arrogante tracotanza di interessi privati che mettono a rischio gravissimo i Beni Comuni di un intero territorio e i diritti -Salute, Lavoro, Ambiente, Cultura- delle popolazioni che vi abitano e dall’altro l’Ente Regione, che di questi diritti dovrebbe essere garante, che dovrebbe intervenire, con decisione, rapidità e trasparenza e che invece continua a tergiversare e a dilatare i tempi, senza decidersi a respingere e cancellare, una volta per tutte, un progetto che presenta mille falle e che, per di più, avrebbe conseguenze disastrose per tutta la Regione. Ci siamo opposti in passato e continueremo a farlo, per la difesa dei Beni Comuni e con lo strumento della partecipazione democratica, ma chiediamo che ognuno faccia la sua parte e che le Istituzioni regionali preposte tutelino le Comunità dell’area vasta del Pollino e della Sibaritide e non si trasformino nei loro carnefici.
Castrovillari 7 gennaio 2019
Cammarata Forum per la tutela e la valorizzazione del territorio
Gruppo Archeologico del Pollino- Associazione per la tutela e la valorizzazione dei Beni Culturali
Associazione Cittadina “Solidarietà e Partecipazione” – Castrovillari
Associazione Ambientalista “il riccio” – Castrovillari
Associazione Pensieri Liberi Pollino Castrovillari –Lungro
Circolo Culturale Cammarata
Associazione Medici per l’Ambiente ISDE-Italia

 

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